Il GDPR migliora effettivamente le vendite e i profitti

Molti considerano il GDPR l'ennesimo adempimento burocratico che viene richiesto, un'ulteriore perdita di tempo. Ma forse non è così. Sorprendentemente, può effettivamente contribuire ad aumentare le vendite.

SCARICA IL NOSTRO EBOOK GRATUITO

Il Regolamento è stato approvato 3 anni fa ma è entrato in vigore solo da meno di un anno. In questi mesi abbiamo spesso sentito dire che sulle spalle di imprenditori e artigiani è arrivato l'ennesimo fardello che non porta profitti ma solo obblighi e tempi improduttivi per mettersi in regola.

In realtà, richiede ripensare la propria realtà prendendo coscienza dei dati in proprio possesso, dei comportamenti tenuti nei loro confronti e, più in generale, delle pratiche organizzative e operative delle realtà produttive.

Quindi non si tratta solo di un obbligo legale, ma anche di un'opportunità da cogliere per ripensare il vostro modo di fare businessche coinvolge i dipendenti nell'attività (cfr. Presentazione ai dipendenti del GDPR) e le possibilità che offre a migliorare le vendite e quindi i profitti.

Sapere come il GDPR può effettivamente aiutare a incrementare le vendite.

Il GDPR migliora le vendite e i profitti 1

Per essere più chiari, 2 esempi:

  • il controverso caso della segretaria dello studio medico licenziata perché passava molto tempo su Facebook.
  • il Regolamento richiede di chiarire al cliente, tra le altre cose, il tempo di conservazione dei dati personali e le finalità per cui li ho. Ciò implica che:
    • lato azienda: instaurare un rapporto più diretto con il cliente, che permette all'azienda di conoscerlo meglio e di valutare eventuali possibilità di aumentare il profitto ottenuto fornendogli servizi o prodotti che rientrano nei suoi desideri;
    • al cliente la possibilità di avere piena conoscenza di chi possiede i suoi dati, per quale motivo e di ottenere ulteriori vantaggi dagli stessi;

Tralasciando il diritto del lavoro aspetto della storia, questa vicenda può essere presa come esempio di un'occasione mancata, da parte della realtà in cui lavorava, per migliorare la consapevolezza nell'uso dei dispositivi informatici e del valore che essi hanno per l'azienda. Fornire informazioni corrette, consapevolezza delle potenzialità degli strumenti e delle nuove tecnologie è ciò che garantisce davvero i lavoratori e, di riflesso, le aziende.

La formazione di cui sopra, quindi, può essere una opportunità per l'azienda non solo per trasmettere informazioni sul Regolamento e sugli obblighi che esso impone all'azienda, ma anche un momento per creare la necessaria consapevolezza nell'uso dei dispositivi aziendali, sulle corrette modalità da seguire e sul valore dei comportamenti virtuosi per la realtà in cui si lavora (e quindi anche per il mantenimento del proprio stipendio).

Questa osservazione è ancora più valida in un'epoca, come quella attuale, in cui grazie allo sviluppo tecnologico si riduce la necessità della presenza fisica del dipendente in ufficio (con relativa riduzione del controllo diretto) mentre aumenta l'importanza dello strumento informatico per svolgere la propria attività. Sembra quindi difficile limitarne l'uso o vietarlo, piuttosto è necessario creare chiare politiche interne su ciò che è possibile fare con essi.

Ecco, quindi, che la figura del consulente che segue l'azienda nell'adeguamento è quella di una persona che, comprendendo l'attività della realtà in cui opera, aiuta il management non solo a predisporre la documentazione richiesta, ma, soprattutto, a capire come intervenire sui processi e sulla cultura aziendale in modo da renderlo conforme alle disposizioni del Regolamento e cogliere le opportunità di aumento della produttività, della conoscenza dei dati che si possiedono e di come vengono utilizzati, di possibili modi per aumentare le vendite.

Nessuno è immune dai controlli

Non mancano i controlli effettuati dall'Autorità o dai suoi delegati e la possibilità di aree bianche. A questo proposito, riprendiamo le parole del responsabile dell'unità privacy in Italia. In un intervento effettuato lo scorso anno a ridosso dell'entrata in piena applicazione, ha dichiarato che:

  • i controlli non salveranno nessuno, non ci sarà un elenco di cose da fare per essere a norma (l'allegato B della vecchia legislazione in cui c'erano misure tecniche da implementare per essere conformi);
  • tutti i reparti saranno in grado di occuparsi dei controlli; i suoi uomini, infatti, stavano svolgendo un'attività di formazione per i colleghi dei vari uffici. Questo significa che, ad esempio, durante un controllo sull'emissione di scontrini e fatture, il finanziere potrà verificare anche il rispetto del Regolamento.

Va anche detto che la nuova legislazione dà a chiunque l'opportunità di fare segnalazioni sulla non conformità alle norme, non solo gli interessati.

Nel caso di accertamento della fondatezza delle motivazioni addotte, il rischio non è solo la sanzione amministrativa che il Garante può combinare (o l'obbligo di modificare/interrompere il trattamento effettuato), ma quello di trovarsi un procedimento penale per trattamento illecito con richiesta di risarcimento danni in cui la ricezione della multa costituirà prova a favore e non certo contro.

Il GDPR è ancora una perdita di tempo? Pensate alle possibilità che può offrire alle vostre vendite.